Benessere al lavoro: come HR e L&D possono aumentarlo
La salute mentale delle persone è ormai cruciale per il successo del business.
Le persone felici sono il 13% più produttive, secondo uno studio di Oxford.
Dall’altro lato, un collaboratore su quattro sta pensando di lasciare il lavoro: una scelta che può costare all’azienda fino al doppio del suo salario annuo.
La buona notizia? HR e L&D possono agire in modo concreto per migliorare la salute mentale in azienda: dagli interventi individuali di supporto a vere e proprie riforme culturali su larga scala.
In questo articolo vedrai azioni pratiche e insight di esperti, come quelli di Gijs Coppens, founder della piattaforma di supporto alla salute mentale OpenUp.
Perché le organizzazioni investono sulla salute mentale delle persone
Se in passato la salute, mentale e non solo, era spesso ignorata sul lavoro, oggi molte aziende scelgono di sostenerla attivamente.
Non per carità, ma per pragmatismo.
In un contesto competitivo, una strategia dedicata al benessere dei collaboratori è un vantaggio strategico.
Sostituire una persona è costoso, in termini economici e di tempo.
Eppure, oltre un terzo di chi ha meno di 45 anni sta pensando di cambiare lavoro anche senza un’offerta in mano. Allo stesso tempo, quasi una persona su cinque ha avuto assenze legate alla salute mentale nell’ultimo anno.
Qui c’è un’opportunità chiara: investire nel supporto alla salute mentale aiuta a ridurre turnover e assenteismo.
Come abbiamo visto anche nel nostro approfondimento sul ROI della formazione, investire nel benessere delle persone non è “una gentilezza”: è una leva per migliorare i risultati.
L’impatto delle iniziative di mental wellbeing in azienda
La domanda “come migliorare la salute mentale in azienda?” è complessa, ma i benefici sono evidenti. Bain & Company ha rilevato che il 65% delle persone è più propenso a restare in un’organizzazione che mette al centro il wellbeing.
Ancora più importante: chi si sente supportato tende ad avere un engagement più alto, con un vantaggio competitivo notevole. Gallup evidenzia che livelli più alti di engagement si associano a un +21% di produttività.
Un incentivo potente per HR e L&D ad agire, sia sul piano individuale sia su quello culturale.
Supportare chi vive un momento di difficoltà: best practice
Partiamo da ciò che aiuta in modo diretto chi sta affrontando sfide di salute mentale.
Gli Employee Assistance Programme (EAP), con counselling confidenziale, sono preziosi ma poco utilizzati: circa l’88% dei datori di lavoro offre un EAP, ma solo il 5% circa delle persone lo usa.
C’è spazio per fare di più in termini di awareness e adozione. Un ostacolo importante è lo stigma.
Le persone devono sapere che la leadership — dal top management ai line manager — sostiene le iniziative per la salute mentale.
Il ruolo‑model dei leader è potentissimo: è un tratto fondamentale della leadership inclusiva. È essenziale dichiarare apertamente che usare i servizi di supporto è incoraggiato — e che la carriera non ne risentirà.
Poi, facilita l’accesso a coaching e supporto, anche con orari flessibili. Significa permettere flessibilità per andare in terapia o gestire un episodio acuto quando serve.
Agire su larga scala per migliorare la salute mentale
Per favorire l’uso degli strumenti possono servire iniziative ampie. Prima di tutto, formare manager e HR.
Non tuttə hanno competenze su wellbeing e molte persone che guidano team non hanno una formazione strutturata sulla gestione delle persone.
Serve allineare tutta la “catena” su obiettivi e passi concreti. Qui entra in gioco anche l’L&D: oltre ai benefici psicologici dell’imparare cose nuove, molte skill impattano direttamente sulla salute mentale.
La resilienza è un esempio di competenza “insegnabile” che incide positivamente sul wellbeing.
Steps towards building a culture of mental wellbeing at work
La psychological safety è una leva chiave e abbraccia tante dimensioni.
Il primo passo è normalizzare le conversazioni su benessere e salute mentale. Le persone devono sapere che possono parlarne apertamente e che usare le risorse disponibili non metterà a rischio aumenti o promozioni.
Anche la trasparenza su avanzamenti e uscite, pur non essendo direttamente “salute mentale”, rafforza la sensazione di sicurezza.
Le persone possono diventare alleate: peer influencer che raccontano esperienze positive e aiutano a promuovere una cultura di sicurezza — così come una cultura dell’apprendimento.
L’insight dell’esperto: i take‑away di Gijs Coppens, founder di OpenUp
Nel podcast Moving Forward di GoodHabitz, Gijs Coppens — founder di OpenUp, piattaforma dedicata alla salute mentale — ha raccontato come sono cambiate (e continuano a cambiare) le prospettive.
E ha spiegato cosa significa mental wellbeing nel lavoro di oggi:
Abbiamo tutti una scala di wellbeing mentale. Ci sono giorni in cui abbiamo meno energia e giorni in cui ci sentiamo potenziati. È importante rendere normale parlare di benessere mentale.
Per Gijs, la salute mentale è un tassello essenziale del successo, personale e aziendale. La buona notizia è che viviamo in un’epoca in cui cresce l’attenzione sul tema, anche al lavoro.
La Gen Z, in particolare, spinge la conversazione e affronta con decisione le sfide del work‑life balance.
È il momento di agire sulla salute mentale delle persone
In un contesto pieno di sfide, un programma di mental wellbeing può diventare un vantaggio competitivo. È correlato a performance più alte, meno assenze e una migliore retention.
E può offrire un supporto concreto nei momenti difficili. I leader HR possono promuovere una cultura del wellbeing e garantire che le persone abbiano le risorse giuste.
I leader L&D possono assicurare a tuttə l’accesso a programmi di apprendimento coinvolgenti che allenano la resilienza.
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GoodHabitz offre formazione sul benessere in modo efficace e coinvolgente, come i nostri contenuti sulla gestione dello stress, per aiutare le persone a imparare e crescere.
