Ecosistemi formativi: come crearli e renderli un successo

Binal Raval
Condividi
Table of contents
Sommario
Condividi

Gli ecosistemi formativi hanno sostituito l’L&D tradizionale negli ultimi cinque anni.

Questo modello olistico è molto più di una piattaforma: è un ambiente collaborativo che aiuta le organizzazioni ad adattarsi e crescere. Ma che cos’è, in concreto, e come si sviluppa?

Ne ha parlato Bas Puts,, Global Head of Learning and Skill Architecture di Siemens,, nel podcast Moving Forward di GoodHabitz. Sulla base di quell’intervista, questo articolo ti aiuterà a:

  • Definire cosa sono i corporate ecosistemi formativi
  • Delineare un framework pratico con passi attuabili
  • Esplorare un esempio reale di ecosistema formativo

Che cos’è un ecosistema formativo?

Piuttosto che un sistema L&D tradizionale che canalizza la conoscenza da un dipartimento a una singola persona, un ecosistema formativo coinvolge tutti gli stakeholder rilevanti nella condivisione delle informazioni.

Invece di avere una sola fonte e un unico canale verso i singoli, l’ecosistema facilita la circolazione del sapere in tutta l’organizzazione.

Alla base, un ecosistema formativo mette insieme tecnologia, contenuti e persone per creare un’esperienza di apprendimento fluida. Le piattaforme sono user‑centred per massimizzare l’engagement.

Perché investire in un ecosistema formativo?

Questa esperienza condivisa non solo permette alle persone di ampliare il proprio set di competenze: le coinvolge nel processo di apprendimento e le connette tra loro, un fattore chiave per la retention.

McKinsey & Company ha rilevato che una cultura forte rende le organizzazioni il 25% più propenso a trattenere i collaboratori per 5 anni o più. Un livello di retention cruciale in un momento in cui 29 Paesi europei stanno vivendo una carenza di talenti.

Ingredienti chiave di un ecosistema formativo di successo

Quattro fattori fanno davvero brillare un corporate ecosistema formativo:

  • Tecnologia: la piattaforma deve essere user‑friendly e altamente intuitiva. Come ha raccontato Bas nel nostro podcast, chiunque dovrebbe essere a non più di due clic dall’informazione rilevante.
  • Contenuti: devono coesistere contenuti generati dagli utenti e contenuti curati. Devono essere coinvolgenti e ispiranti, per stimolare la voglia di imparare!
  • Collaborazione: la community, vero elemento distintivo tra ecosistemi e moduli, richiede che l’L&D faciliti attivamente il lavoro insieme, curando al tempo stesso la qualità dei contenuti.
  • Feedback: le app che offrono statistiche battono spesso la concorrenza. I meccanismi di misurazione danno feedback utili e incoraggiano un engagement continuo. In fondo, c’è un motivo se un certo gufetto verde domina il mondo delle app per le lingue.

Esempio di ecosistema formativo: l’approccio collaborativo di Siemens

Il nuovo approccio di Siemens parte dalla constatazione che la funzione L&D è cambiata. Come spiega Bas nell’episodio di Moving Forward:

“Eravamo soliti dire che il dipartimento L&D era come una partita di calcio: eravamo in Champions League e sapevamo esattamente cosa serviva per avere successo. Ma ora, all’improvviso, stiamo giocando a basket. I requisiti per l’L&D sono completamente diversi e ciò che significa successo è cambiato alla radice”.

Hanno iniziato lavorando con specialisti per progettare il loro ecosistema formativo come una campagna di lungo periodo, non una semplice condivisione ad hoc di contenuti.

La campagna iniziale includeva interviste agli utenti, da cui è emerso un fatto cruciale: le persone non sempre sanno di potersi prendere tempo per imparare. Creare un ecosistema significa anche incoraggiare i team a esplorare ciò che li interessa.

Il passo successivo è stato estendere la creazione dei contenuti al di fuori dell’L&D. Bas cita un’ispirazione sorprendente:

“Pensa a TikTok: le persone seguono le persone. Gli ecosistemi formativi funzionano allo stesso modo: trattalo come un’attività di co‑creazione. Tutti possono diventare curatori: in Siemens sono più di 1.700”.

Una volta costruito un sistema solido, è arrivato il momento di fissare obiettivi, integrandoli nel business quotidiano.

Come sottolinea Bas:

“In Siemens, le Learning Hours (il tempo dedicato all’ecosistema formativo) sono uno dei target complessivi dell’azienda. Queste metriche attivano il confronto tra manager e collaboratore su come rendere significativo quel tempo di apprendimento. E alimentano il dialogo sullo sviluppo di carriera”.

Cinque passi per costruire un ecosistema formativo

1. Definisci i bisogni organizzativi e identifica gli stakeholder

È specifico della tua realtà. Quali sono i tuoi obiettivi? Quali skill mancano per raggiungerli? Oppure l’obiettivo è aumentare felicità ed engagement? Pensa poi alle persone: chi sarà determinante per una buona implementazione?

Considera non solo i manager, ma anche i leader informali. In un team con un nuovo responsabile e un project manager storico e stimato, serve il supporto di entrambi.  

2. Coltiva una cultura di collaborazione e co‑creazione

La cultura è difficile da cambiare: ecco perché è fondamentale agire con gli stakeholder. Usali come catalizzatori per diffondere collaborazione e co‑creazione. Riconosci i comportamenti positivi e premia la condivisione. Obiettivo: “passare dall’ego all’eco”, per dirla con Bas.

3. Seleziona e integra la tecnologia giusta

Cerca piattaforme collaborative and intuitive. Vuoi incoraggiare la condivisione in tutta l’organizzazione e, allo stesso tempo, rendere semplice per chi apprende trovare il tema giusto e l’informazione necessaria.  

4. Coinvolgi attivamente la tua learner community

Le conversazioni aperte sono parte essenziale della community. Devi capire cosa funziona e cosa no. E assicurarti che le persone sappiano di avere tempo e spazio per esplorare nuovi percorsi di apprendimento sul lavoro.

5. Misura, adatta e itera in continuo

La misurazione non serve solo all’engagement, ma è la chiave dell’evoluzione. L’innovazione di oggi è il reperto di domani: continua a iterare la piattaforma e ad allineare la cultura per restare orientato al futuro — e all’apprendimento!

Superare le barriere più comuni

Come in ogni cambiamento, ci sono ostacoli ricorrenti. Ecco come affrontarli:

Buy-in dei dipendenti

Oltre a coinvolgere gli stakeholder chiave, assicurati che l’ecosistema formativo sia connesso alla strategia complessiva. Come sottolinea Bas: “È ormai chiaro che upskilling e reskilling devono avvenire più rapidamente che mai.”

Sovraccarico di contenuti

Come spiega la BBC, oggi in un giorno siamo esposti a più informazioni di quante una persona del XV secolo ne apprendesse in tutta la vita.

Non stupisce se si genera sovraccarico. Per questo le piattaforme formative devono essere intuitive e i contenuti accessibili e piacevoli. Imparare deve essere anche divertente.

Engagement fatigue

Le persone sono bersagliate da canali che competono per la loro attenzione, sul lavoro e a casa. Il tuo ecosistema formativo non può essere “un altro canale”: va integrato a fondo nella cultura e negli obiettivi di business.

Conclusione: libera il potenziale della tua azienda con gli ecosistemi formativi

Sfrutta collaborazione e co‑creazione per produrre contenuti coinvolgenti su una piattaforma facile da usare. Oltre a fare upskilling in un contesto che cambia rapidamente, questo approccio aiuta a trattenere un team forte.

Vuoi saperne di più? Scopri la transizione di Siemens ascoltando il nostro episodio del podcast.

Binal Raval

Binal è Demand Generation Campaign Manager in GoodHabitz e si concentra sulla creazione e distribuzione di contenuti che aiutano i manager HR e L&D a costruire culture dell’apprendimento solide e coinvolgenti. È appassionata nel mettere in contatto le risorse giuste con le persone giuste. Fuori dal lavoro, la trovi a rilassarsi con un buon libro (probabilmente narrativa storica, vista la sua laurea in Storia!), a fare qualche vasca in piscina oppure a esplorare le sfumature di un buon vino o di un caffè preparato a regola d’arte.