IA, human skill e futuro del lavoro: approfondimenti da una ricerca GoodHabitz
IA e futuro del lavoro non sono teoria: la nostra ricerca mostra come le persone stanno davvero usando l’AI oggi.
Questa ricerca esclusiva mette in luce alcuni insight importanti su:
- l’adozione dell’AI nei luoghi di lavoro
- la crescente importanza delle human skills (le soft skill)
- come le organizzazioni devono adattarsi alla crescente domanda di nuove competenze
Questi insight sono stati ulteriormente arricchiti dai contributi di esperte ed esperti della materia.
Continua a leggere per scoprire la storia completa.
IA e futuro del lavoro: gli insight della ricerca GoodHabitz
Siamo partiti con l’obiettivo di capire meglio come l’IA cambierà il futuro del lavoro; in particolare, per fare chiarezza sullo stato della collaborazione tra persone e IA.
“Tra 5 anni, l’IA farà quel lavoro.”
“L’IA sostituirà quel ruolo.”
“Non possiamo semplicemente automatizzare quel processo? Servono davvero le persone per questo?”
Frasi che suonano fin troppo familiari.
Noi, però, crediamo che questa mentalità catastrofista nasca da un equivoco che vogliamo correggere: per alimentare l’innovazione e il successo nel lungo periodo, la vera opportunità sta nell’unire intelligenza artificiale e intelligenza umana.
Mark Bowden, esperto di linguaggio del corpo e keynote speaker, è intervenuto in un episodio del podcast The Moving Forward e ha condiviso:
“Finché ci saranno esseri umani sul pianeta, gli esseri umani vorranno parlare con altri esseri umani. Non è mai cambiato e non cambierà”.
“Inoltre, per come intendo oggi l’IA, è comunque necessario saperle parlare e darle istruzioni come a un essere umano”.
Trovi il suo punto di vista completo sul vantaggio umano nell’uso dell’IA nell’episodio del podcast che puoi ascoltare e guardare qui sotto.
Prima di procedere, ecco alcune informazioni sullo studio:
La ricerca è stata commissionata da GoodHabitz e condotta da Censuswide. Ha coinvolto un campione di 2.014 persone occupate nel Regno Unito e il periodo di ricerca è stato tra il 23 e il 29 agosto 2024. Censuswide aderisce al Codice di Condotta della Market Research Society (MRS) e ai principi ESOMAR, garantendo elevati standard metodologici. Inoltre, è membro del British Polling Council.
Come viene utilizzata l’IA sul posto di lavoro?
La ricerca ha fatto emergere alcuni spunti interessanti sull’uso dell’IA nelle organizzazioni.
Abbiamo riscontrato che la maggior parte delle persone utilizza tecnologie di IA generativa al lavoro per una varietà di attività, in particolare:
- 48% per cercare informazioni
- 42% per scrivere contenuti
- 40% per generare nuove idee
Tuttavia, pur avendo un impatto profondo sulle attività all’interno dei ruoli, abbiamo osservato che l’utilizzo e l’accettazione dell’IA variano tra le diverse fasce demografiche. Ecco una sintesi dei risultati:
- Il 70% delle persone utilizza l’IA sia per attività personali sia lavorative.
- Il 53% delle persone con più di 55 anni usa l’IA esclusivamente per scopi professionali.
- Il 76% della Gen Z è il gruppo che adotta maggiormente l’IA, sia in ambito professionale sia personale.
In sintesi: se da un lato una larga maggioranza utilizza l’IA in entrambi gli ambiti, le persone over 55 tendono in misura significativamente maggiore a limitarne l’uso ai soli scopi lavorativi.
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Annika in der Beek, Chief People Officer di Statista, conferma questo andamento:
“Gli studi mostrano che oltre il 50% della Gen Z usa quotidianamente soluzioni di IA o LLM, a fronte di appena il 10–50% dei baby boomer.”
Vuoi saperne di più? Annika ha partecipato al nostro podcast Moving Forward per discutere dei divari generazionali sul posto di lavoro.
Statistiche sull’IA al lavoro: cosa dicono i numeri
La nostra ricerca ha messo in luce come l’IA stia facendo risparmiare tempo sul posto di lavoro:
- Il 50% delle persone dichiara che l’IA ha fatto risparmiare tempo, con una riduzione media di 37 minuti per attività.
- Il 39% afferma invece che l’IA ha aggiunto in media 31 minuti alle attività.
- L’11% non ha riscontrato cambiamenti.
Il tempo recuperato grazie all’IA può essere reinvestito in molte attività significative, ad esempio:
- Rafforzare le relazioni sul lavoro
- Fare reskilling e upskilling su nuove competenze
- Ricaricare le energie e migliorare l’equilibrio vita-lavoro
Vediamo questo impatto positivo anche nei numeri:
- Il 66% delle persone afferma che l’IA ha permesso di svolgere attività che prima non erano possibili.
- Inoltre, il 62% dichiara che l’IA ha aumentato il piacere nel lavoro; probabilmente perché ha liberato tempo per attività più significative, invece di quelle ripetitive e a basso valore.
Per chi guida HR e L&D, questo sottolinea l’importanza di garantire un’adeguata alfabetizzazione all’IA nella forza lavoro, inclusa la familiarità con gli strumenti.
Pratica e formazione su come usare questi tool in modo sicuro, efficace e responsabile sono fondamentali per un’adozione davvero utile nelle organizzazioni.
HR e L&D dovrebbero anche dare priorità alla costruzione di una solida cultura dell’apprendimento sull’IA, per generare engagement in tutta l’azienda.
I benefici dell’adozione dell’IA
Ora che abbiamo visto come l’IA viene usata sul lavoro, entriamo nei benefici principali. La nostra ricerca evidenzia tre vantaggi chiave legati all’adozione dell’IA in azienda:
- 85%: l’IA migliora l’analisi dei dati, portando a decisioni più rapide e meglio informate.
- 83%: l’IA incrementa la produttività; automatizzando le attività di routine, le persone possono concentrarsi su iniziative più strategiche e ad alto impatto.
- 79%: l’IA favorisce l’innovazione e crea nuove opportunità di apprendimento.
Questi benefici aiutano a dimostrare il ROI delle iniziative di L&D dedicate all’adozione dell’IA.
Sentiment delle persone: entusiasmo vs scetticismo
L’adozione dell’IA è influenzata anche dagli atteggiamenti presenti in azienda.
La nostra ricerca mostra che l’IA suscita tanto entusiasmo quanto esitazione. E, ancora una volta, è interessante osservare il divario generazionale:
- Il 48% delle persone della Gen Z nutre scetticismo rispetto al ruolo dell’IA nel proprio lavoro.
- Solo il 31% delle persone over 55 condivide lo stesso scetticismo.
Quindi, pur essendo utile considerare le differenze generazionali, non possiamo trarre conclusioni affrettate sull’IA e sul futuro del lavoro basandoci solo su questo fattore.
Annika ha spiegato meglio:
Il gap di formazione: perché lo sviluppo delle competenze è in ritardo
La nostra ricerca mostra che esiste ancora un divario significativo tra l’adozione dell’IA nelle organizzazioni e la formazione adeguata.
- Il 67% delle persone si sente poco preparato a lavorare in modo efficace con l’IA.
- Il 61% ha ricevuto una qualche formazione sugli strumenti di IA, ma l’ha giudicata insufficiente o troppo basilare.
- Il 76% ritiene che l’IA potrebbe migliorare molto il proprio lavoro, ma solo se riceverà più formazione.
Da questi risultati emergono due messaggi chiave.
Primo: come già evidenziato, l’investimento nella formazione sull’IA è imprescindibile per le organizzazioni. In pratica, le persone devono:
- Sapere cos’è l’IA.
- Capire come può essere utilizzata.
- Comprendere come usarla in modo sicuro e responsabile.
- Sviluppare competenze per sfruttarla al meglio e aumentare la produttività.
La nostra ricerca rivela anche che l’88% delle organizzazioni consente l’uso di strumenti di IA, e il 42% ne limita l’utilizzo a piattaforme pre-approvate.
Questo rafforza l’esigenza di conoscere a fondo gli strumenti di IA: è la chiave per far crescere la fiducia.
Quando le persone fanno propria la crescita di queste competenze, le aziende si preparano al meglio all’IA e al futuro del lavoro.
Remy Reurling, l'esperto di GoodHabitz sull’IA, ha condiviso la sua visione su come HR e L&D possono formare una workforce realmente competente sull’IA: guarda il webinar completo qui sotto.
In secondo luogo, serve investire nelle human skills (soft skill): senza questo approccio, l’IA non potrà esprimere tutto il suo potenziale.
Annabelle Vultee, CEO di GoodHabitz, ha condiviso il suo punto di vista:
“Al cuore di ogni organizzazione potenziata dall’IA c’è l’elemento umano. L’IA amplifica le nostre capacità, ma sono le skill umane a determinare il vero successo di ogni iniziativa”.
Ha aggiunto:
“Come leader, abbiamo la responsabilità di offrire gli strumenti e la formazione necessari per liberare questo potenziale, assicurando che tecnologia e persone prosperino insieme nel mondo del lavoro di oggi. L’IA può trasformare i luoghi di lavoro, ma solo se le organizzazioni investono nelle soft skill e nella formazione necessaria per sfruttarne davvero la forza”.
Ed Monk, CEO del Learning and Performance Institute (LPI), conferma:
“L’IA ha un potenziale enorme per aumentare la produttività, ma senza le competenze giuste quel potenziale andrà sprecato”.
“Dobbiamo garantire che ogni persona, a prescindere dal ruolo, riceva la formazione necessaria non solo per usare gli strumenti di IA, ma per integrarli con capacità tipicamente umane come pensiero critico e adattabilità”.
“Investire nelle soft skill insieme alla formazione sull’IA sarà la chiave per restare competitivi nel mercato globale”.
Collaborazione tra persone e IA: le competenze che contano di più
Il 43% delle persone dichiara di avere meno interazioni con i colleghi a causa dell’IA.
Questo dato porta a una conclusione importante: in un ambiente di lavoro guidato dall’IA, le human skill sono decisive per completare le capacità della tecnologia.
Sì, l’IA gestisce attività basate sui dati. Ma sono le soft skill a permettere di interpretarli, prendere decisioni strategiche e adattarsi a nuove sfide.
Iris Cremers, Chief Human Resources Officer di GoodHabitz, ha espresso così la sua posizione:
“Se i contenuti diventano una commodity, sono le skill umane a distinguere le persone e le aziende”.
La nostra ricerca ha individuato le 5 soft skill principali che completano l’IA:
- Problem solving
- Pensiero critico
- Creatività
- Collaborazione
- Adattabilità
Annabelle ha aggiunto un altro spunto:
“Quando si valuta se una persona è semplicemente capace di svolgere un lavoro o se ha successo nel proprio ruolo, le soft skill fanno la differenza. E questo vale per tutti, in ogni tipo di ruolo, inclusi quelli che richiedono competenze tecniche o hard skill”.
Se vuoi ascoltare di più, ti consigliamo questo episodio di Moving Forward con Annabelle e l’ospite Rina Joosten-Rabou, CEO di Pera.
Parlano del ruolo dell’IA in retention e sviluppo, e approfondiscono le competenze che renderanno le persone davvero future-proof.
Conclusioni
Questa ricerca GoodHabitz offre spunti esclusivi su IA e mondo del lavoro. Abbiamo visto:
- Come l’IA generativa stia ridefinendo la vita professionale e personale delle persone.
- Le differenze tra generazioni che emergono con la diffusione dell’IA.
- Lo stato attuale di comprensione e formazione sull’IA.
- L’importanza della collaborazione tra persone e IA.
Il messaggio chiave è semplice: l’adozione dell’IA funziona davvero solo se cammina insieme allo sviluppo delle soft skill. Il futuro del lavoro non sarà “IA contro persone”, ma “IA con le persone”.
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